Ma com’è che, praticamente, nessuno si sta mobilitando contro il golpe in Venezuela? Certo, gli articoli non mancano, ad esempio questo o questo; il problema è che quando si tratta di impegnarsi affinché qualcuno scenda in piazza, si direbbe che le forze vengano meno. E il risultato sono deludenti manifestazioni come quella di Roma del 26. E c’è anche chi, a “sinistra” decide, addirittura, di non pronunciarsi, nemmeno, contro il golpe. Il caso più inquietante è quello di de Magistris che dopo essere stato il cantore del Madurismo, al momento, non ha scritto neanche un tweet o un post Facebook contro un golpe che, in altri tempi avrebbe garantito una delibera del Consiglio comunale e, forse, la cittadinanza onoraria per Maduro. Ma oggi, con DEMA che si imbarca con Potere al Popolo per partecipare alle elezioni europee, meglio soprassedere su questioni che potrebbero turbare la “sensibilità” di tanti della “sinistra antagonista”.
Perché è proprio questo il nocciolo della questione. Ridottasi a fare soltanto coreografia alle iniziative di Salvini – e alimentando così la più potente arma di distrazione di massa – la quasi totalità dei tanti No Borders, ammaliata dall’antistatalismo delle ONG, si direbbe disinteressata alle sorte degli stati, dalla Libia, alla Siria al Venezuela… Stati considerati, ormai, una entità superata. Peccato, perché di fronte ad un Salvini che si accoda alla richiesta filogolpista di Francia, Germania e Spagna per defenestrare Maduro, scendere in piazza per il Venezuela avrebbe potuto essere una occasione formidabile per smascherare (come ha fatto finora solo di Battista) un “sovranismo” che è solo servile accettazione delle direttive dell’imperialismo.
Poi ci sarebbe da denunciare l’abominevole posizione della CGIL. Ma sulle attuali posizioni della “sinistra” c’è già un videoclip
Francesco Santoianni